Lo sport è entrato nella Costituzione italiana. Così ha deciso il Parlamento nella seduta del 20 settembre scorso riconoscendolo degno di tutela costituzionale ampliando la portata dell’art. 33 della Carta entro il titolo II dedicato ai rapporti etico – sociali concedendogli lo stesso rilievo destinato all’arte, alla scienza, all’istruzione.
“la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”
Lo sport è intriso di valori umani, è inclusione, aggregazione, benessere psicofisico, è medicina sia per corpo che per la mente, basti pensare alle patologie fisiche o psichiche che per la loro cura od il loro miglioramento prevedono sessioni sportive od al nuoto che i medici consigliano sempre come fosse la panacea per tutti i mali.
Lo sport avvicina anche chi non lo pratica, ecco la folla allo stadio, nei palazzetti, nei campi di atletica, tennis o davanti agli schermi.
In Italia si praticano tantissime discipline sportive più o meno famose e tutte degne di tutela. Forse questa modifica costituzionale aiuterà alcuni sport e sportivi ad emergere, ad essere conosciuti, apprezzati, ammirati e porterà anche qualcuno ad avvicinarsi ad uno sport od ottenere aiuti per migliorare i propri risultati.
Pare che lo sport per eccellenza in Italia sia il calcio: sono/siamo tutti giocatori ed all’occorrenza, perché no, anche allenatori ed arbitri. Spesso il calcio giocato ad alti livelli si discosta nettamente dai valore sociale, educativo, salutare dello sport in favore solo di quello economico che, nel caso specifico, non trova propriamente tutela nell’art. 33 della Costituzione.
Ci sono giovani atleti ed appassionati che lavorano quotidianamente per migliorarsi, motivati dall’essenza stessa dello sport che praticano perché lo vivono, lo sentono proprio o vogliono avere l’opportunità di eccellere anche se fama e ricchezza non saranno con loro.
Nello sport molti trovano aiuto e conforto, motivazione, opportunità di riscatto sociale, gratificazione personale o seguendo le orme di atleti e sportivi famosi perseguono obiettivi importanti e socialmente utili o più semplicemente abbracciano uno stile di vita più salutare. Non sono certo un caso gli atleti paralimpici tra cui spicca la “nostra” Bebe Vio che nonostante – o forse grazie – alle difficoltà dettate dalla malattia ha trovato nello sport la via per emergere, vivere, motivarsi e motivare, se non ispirare, giovani e meno giovani.
Abbiamo molti campioni: nuoto, sci, basket, equitazione, discipline paralimpiche, pallavolo, motociclismo, scherma, atletica, pattinaggio, ginnastica, tennis, slittino, pugilato, tuffi, canottaggio, vela, immersioni, ecc. ecc.
I volti dello sport, Sinner, Raffaeli, Jacobs, Tarlazzi, Tamberi ecc.… per citarne alcuni, sono i protagonisti delle più recenti prestazioni mondiali capaci di emozionare e stimolare i più giovani. Probabilmente percepirli come gli sportivi della porta accanto, capaci di condurre una vita fatta di allenamenti costanti, diete stringate, fatica e sudore, isolamento dagli affetti per la necessaria concentrazione e preparazione atletica, crolli emotivi e l’assenza del clamore per gli ingaggi stratosferici o il gossip selvaggio li rende più vicini a noi “comuni sportivi”, o forse sono solo io che guardandoli gareggiare percepisco la fatica, l’impegno ed il sacrificio sentendomi invogliata a provare? Guardando la Pellegrini trovavo piacevole anche il nuoto, con la Egonu avrei voluto andare in campo per una veloce, dopo ogni mondiale di atletica piste e palazzetti li guardo diversamente. Già, forse sono solo io!
In Italia abbiamo la Walk of Fame dello sport italiano, un percorso stradale della città di Roma inaugurato il 07 maggio 2015 che interessa il viale delle Olimpiadi e lo stadio Olimpico. Attualmente è lastricato con 140 targhe, ognuna delle quali reca il nome di un atleta italiano particolarmente distintosi a livello internazionale.
https://www.coni.it/it/component/content/article.html?id=9832:inaugurata-la-walk-of-fame
Sorprendentemente gli sportivi che detengono il maggior numero di targhe non sono calciatori, forse rappresentativo anche della diversità di valori che lo sport reca con sé ed il valore economico non è tra questi, diversamente vi sarebbe una netta predominanza di calciatori. Sorprendentemente la disciplina sportiva che spicca è l’atletica, seguono nell’ordine ciclismo, sci, e calcio.
L’augurio ora è che tutti possano accedere e praticare una disciplina sportiva traendone ogni beneficio possibile, vivendola e sostenendola in tutta la sua pienezza.