La nuova stagione lavorativa ha avuto inizio dopo una pausa estiva fondamentale e necessaria per il recupero psicofisico e familiare. Il bilancio positivo che me ne viene porta con sé anche tristezza e preoccupazione.

Come donna e mamma non posso essere indifferente agli episodi di violenza, abusi, femminicidi subiti da bambine, ragazze, donne. Osservare la reazione e le espressioni delle mie figlie a tali notizie, vedere come tra coetanei e amiche attuano meccanismi di difesa e protezione reciproca, sentire che la consapevolezza ed il timore del pericolo è parte delle loro vite, social o meno.

Mi piace pensare che umanamente siamo evoluti, educati, istruiti tuttavia ciò pare non essere sufficiente a contenere la violenza. Posso arrivare a sentire sulla mia pelle il dolore delle vittime e nell’animo la sofferenza che porteranno con sé negli anni. Non tutti possono o vogliono capire.

Soffro per tutte le figlie che vivranno nella paura e forse non sapranno più fidarsi, non sapranno e non potranno sentirsi libere o, più tristemente, non potranno crescere ed invecchiare. Soffro per i genitori coinvolti che probabilmente si domanderanno dove hanno sbagliato e come potranno essere d’aiuto e supporto ai propri figli.

Libertà: L’esser libero, lo stato di chi è libero; l’essere libero, la condizione di chi è libero; assenza di costrizione; il potere di agire nell’ambito di una società organizzata, secondo la propria convinzione e volontà, entro i limiti stabiliti dalla legge; condizione di chi non subisce controlli, costrizioni, coercizioni, impedimenti e sim.; possibilità di agire in modo autonomo;”

La libertà è un diritto fondamentale, tutelato dalla nostra Costituzione e non è accettabile che in un Paese ritenuto evoluto come il nostro essa sia destinata ad essere solo un desiderio.

La libertà di camminare per strada, vestire, esprimersi, viaggiare, amare, lavorare, sorridere, sognare, sposarsi o meno, avere figli o meno, avere una relazione o meno. Questa libertà non può essere tolta e non può essere discrezionale.

La libertà è universalmente riconosciuta e degna di tutela: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo del 1950, la Carta dei Diritti di Nizza del 2000.

Basta distrarre lo sguardo verso gli altri paesi, guardiamo al nostro per vedere quanto ci sia di marcio e come concretamente possiamo rimediare agli errori commessi. Abbiamo tutti accesso all’istruzione, strumenti e mezzi per capire il nostro tempo, siamo amanti del progresso e lo difendiamo tuttavia forse abbiamo scelto di dimenticare l’aspetto umano e la fatica che comporta nutrirlo.

Probabilmente è giunto il tempo di avere coraggio e riflettere sul nostro modo di interagire con la società, coi figli, analizzare il nostro comportamento come individui, riflettere sui valori che realmente riteniamo importanti e mettiamo in pubblico. Perché vale più l’essere accattivante che empatico? Forse è tempo di riflettere e modificare l’approccio comunicativo. Ho il sentore che alla deriva i ragazzi ora ci vadano grazie a noi adulti che, forse troppo presi da noi stessi, abbiamo dimenticato l’importanza dell’essere guida.

Lo Stato e la scuola devono certamente fare la loro parte per contribuire alla crescita, sviluppo, tutela dei ragazzi ma unitamente alla famiglia che deve in ogni caso prendersi cura dei propri figli. Del resto se dei figli non se ne cura e preoccupa la famiglia, perché mai dovrebbe esservi tenuto qualcun altro? I valori sono importanti, l’individuo è importante, il percorso di crescita fisica ed emotiva è importante.

Perché oggi nonostante  gli strumenti e le conoscenze che abbiamo non riusciamo a fare meglio dei genitori che in passato tanto abbiamo criticato e talvolta continuiamo a criticare? Quale futuro per noi e le prossime generazioni? Come individui cosa vogliamo e possiamo fare concretamente? Troppe domande e poche risposte tuttavia anche solo porsi degli interrogativi talvolta può essere illuminante.