Con le mie figlie ho provato tante soluzioni e fatto molte esperienze. Abbiamo incontrato persone e realtà diverse tenendo da tutte qualcosa di buono.
Il cavallo, anche il più docile ed equilibrato è pur sempre un animale con sentimenti, paure, emozioni e pertanto reagisce agli impulsi esterni ed è attento a tutto ciò che lo circonda.
Come noto e ribadito dalla giurisprudenza, già anticipata in altro articolo, l’attività equestre è attività pericolosa .
Quando le mie piccole salirono sui pony per le prime lezioni in me convivevano ansia e felicità. Ancora oggi che sono più grandicelle, quando salgono a cavallo convivo con la consapevolezza che può accadere di tutto, e ne accetto il rischio.
Alcuni maneggi e centri ippici, hanno istruttori che a fronte del pacchetto standard di 10 lezioni, indipendentemente da tutto, pretendono che l’allievo sappia fare passo, trotto, galoppo e con questo ritengono di aver fatto un buon lavoro.
Nulla ci sarebbe di male se non il fatto che la capacità di controllare l’animale, gestirlo, e guidarlo mantenendo l’assetto corretto, dominando contemporaneamente se stessi e l’animale richiede ben più di 10 ore di lezione.
Io ero un’adolescente mingherlina quando alla settima lezione mi dissero che era ora del galoppo: l’istruttore fuori del rettangolo, io dentro con il cuore a mille non sapevo cosa aspettarmi e l’attimo dopo sentii impartire a gran voce il comando al cavallo. Fu come nei cartoni animati: il cavallo scattò in avanti mentre la mia testa…..no!!!
Fortuna volle che dopo l’attimo in cui mi mancò l’aria nei polmoni ripresi a respirare e controllare il cavallo o, per essere più corretta, cercai di controllarmi rimanendo grossolanamente in sella al cavallo. La volta dopo mi portarono in passeggiata dove tra un trotto ed un galoppo di gruppo, montando un cavallo che partito a chiusura della fila non fu felice fino a che non raggiunse e superò l’istruttore ( io un po’ meno!!) mi presentarono il salto di qualche fossetto ….. e dopo aver reso noto all’istruttore che non mi era stato insegnato alcun tipo di salto, grande o piccolo che fosse, egli con ampio sorriso mi impartì la lezione in estemporanea:
“ tranquilla che il cavallo sa quel che deve fare!!”.
Fortunatamente il cavallo assegnatomi era tanto amante della prima posizione se lanciato al galoppo quanto non interessato al salto: si fermò e dovetti scendere per condurlo a mano oltre il fossato, il tutto non senza fatica.
Il mestiere di istruttore equestre come quello di gestore di centro ippico deve essere esercitato con professionalità particolare ed adeguata al luogo, alla situazione ed alla persona.
Non tutti possono essere campioni di salto, dressage, reining, ma tutti posso in qualche modo relazionarsi con questo splendido animale ed avere la possibilità di condividere momenti ed esperienze meravigliose. Non è un caso che proprio il cavallo sia un animale ampiamente utilizzato in terapie di supporto psicologico per adulti e bambini alla pari dei cani.
Io sono di parte perché adoro i cavalli ma, questi splendori hanno davvero potenzialità enormi nell’ interagire con la persona. L’ho provato e verificato sulla mia pelle e quella delle mie figlie.
Tutti gli sport hanno un effetto benefico, non solo sul corpo ma anche e soprattutto sulla mente: permettono di aumentare la concentrazione, la comprensione di sé, l’autostima, la gestione del tempo e delle cose, insegnano e permettono di apprendere il rispetto delle regole, il rispetto di sé e dell’altro.
Lo sport è un bene per tutti ma per bambini e ragazzi è FONDAMENTALE, oltre ad essere anche valido supporto genitoriale nell’ educazione e sviluppo psicofisico dei figli.