Il mondo economico da anni viaggia verso mete sempre più ambiziose quanto a sostenibilità e rispetto dell’ambiente, spinto dalle più diverse motivazioni: interesse per l’ecologia, tutela del pianeta, business e rendita economica. Tutto ora si muove in direzione di investimenti green. Ciò conduce a messa in opera di attività che possono giovare al pianeta, all’ambiente, all’economia, alla società con la creazione di nuovi posti di lavoro ovvero modifica delle tipologie lavorative e produzione di nuova ricchezza.

La costante evoluzione può significare anche un ritorno a pratiche ed attività proprie del passato riproposte in chiave moderna: innovazione, ricerca, investimenti, progettualità, sono tutti elementi che se applicati ad attività ed ambiti desueti possono concretamente rappresentare una nuova opportunità di lavoro, crescita oltre che salvaguardia del pianeta. L’epoca attuale vede convivenza e confronto di generazioni diverse spesso senza reciproche chiavi di lettura con l’effetto di generare criticità in ragione delle modalità di intervento l’uno con l’altro. Esigenze diverse che debbono trovare adeguato amalgama per coesistere. L’innovazione tecnologica, la ricerca, la possibilità di ricevere finanziamenti per attività e progetti di ricerca, investimenti, sono tutti elementi che traghettano il sistema economico – lavorativo del passato nel futuro, un futuro decisamente più attento al rispetto dell’uomo e delle risorse del pianeta.

Le stesse società ESG rispondono a nuove e vecchie esigenze: modifica, rinnovamento ed innovazione del mercato economico al fine di mantenere in vita imprese ed attività avviate in epoca storica completamente diversa dall’attuale, implementare le risorse economiche, definire nuove opportunità di business e lavoro con visione al futuro, avviare nuove imprese e realtà economiche.

Imprese e finanziamenti sono – o dovrebbero – essere in linea con i parametri ed obiettivi ONU 2030 tuttavia nonostante la continua ondata green ed eco, non sempre e non necessariamente prodotti finanziari ed attività di investimento corrispondono ai previsti criteri ESG. Trattasi di criteri presenti nel settore economico – finanziario che indicano realtà di investimento e perseguimento di obiettivi finanziari nel rispetto di parametri di natura sociale, ambientale e di governance.

Già la Banca d’Italia, preso atto dell’interesse degli investitori per le tematiche di sviluppo e conservazione ambientale aveva aggiornato nel lontano 2011 le disposizioni in punto di governance con verifica ed ampliamento delle buone prassi aziendali mentre più recentemente si è reso necessario un raccordo unitario per il raggiungimento di obiettivi in linea mondiale con l’agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile SDG ma anche e soprattutto una presa di posizione per definire ed identificare criteri comuni che permettono di qualificare attività, imprese ed investimenti come sostenibili ed in linea con gli Obiettivi.

L’aumento di investitori in prodotti sostenibili ha certamente prodotto una mutazione nel mercato economico finanziario degli ultimi anni tanto che mai come ora è necessario attuare verifiche dell’impatto dei rischi ambientali sull’attività finanziaria e relativi effetti anche nelle realtà più tradizionali.

Ecco allora l’utilizzo della valutazione ESG (c.d. score ESG) data alle imprese per la concessione di finanziamenti. A causa dell’orientamento degli investitori e delle richieste del mercato, le realtà green e sostenibili sono sempre più forti tuttavia, proporzionalmente, è aumentata anche l’esigenza di tutelare gli stessi investitori e consumatori da prassi commerciali scorrette, prodotti finanziari eccessivamente complessi e/o speculativi, inadeguati livelli di sicurezza e protezione di dati e privacy, tutte situazioni che possono comportare perdite economiche, danni reputazionali, effetti negativi nel business aziendale.

Comprensibile l’utilità e la necessità del “REGOLAMENTO (UE) 2020/852 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 giugno 2020 relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088″. Un’attività di governance economica, sociale ed ambientale necessaria a garantire che gli stati dell’Unione Europea operino di concerto tra loro per realizzare gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.

Uno degli obiettivi fissati nel piano d’azione è il riorientamento dei flussi di capitali verso investimenti sostenibili finalizzato al raggiungimento di una crescita sostenibile e inclusiva. L’istituzione di un sistema di classificazione unificato per le attività sostenibili costituisce l’azione più importante e urgente prevista dal piano d’azione. Il piano d’azione riconosce che lo spostamento dei flussi di capitali verso attività più sostenibili deve fondarsi su una comprensione condivisa e olistica dell’ecosostenibilità delle attività e degli investimenti

È pertanto sentita la necessità di armonizzare a livello europeo il concetto di attività economica ecosostenibile in grado di rimuovere le barriere del mercato interno circa la raccolta fondi ecosostenibili anche attraverso l’individuazione di criteri uniformi per il riconoscimento delle attività ed investimenti definiti ecosostenibili.

Entro luglio 2022 è attesa una prima relazione sull’applicazione del Regolamento UE 2019/2088 e 2020/852 che relazionerà e valuterà

 “a) i progressi compiuti nell’attuazione del presente regolamento per quanto riguarda l’elaborazione di criteri di vaglio tecnico delle attività economiche ecosostenibili; b) l’eventuale necessità di rivedere e integrare i criteri fissati all’articolo 3 per considerare ecosostenibile un’attività economica; c) l’uso della definizione di investimento ecosostenibile nel diritto dell’Unione, e a livello di Stati membri, incluse le disposizioni necessarie per istituire meccanismi di verifica della conformità ai criteri stabiliti nel presente regolamento; d) l’efficacia dell’applicazione dei criteri di vaglio tecnico fissati ai sensi del presente regolamento nell’incanalare gli investimenti privati verso attività economiche ecosostenibili, in particolare per quanto riguarda i flussi di capitali, compreso il capitale proprio, verso imprese private e altri soggetti giuridici, sia attraverso prodotti finanziari rientranti nell’ambito del presente regolamento sia mediante altri prodotti finanziari; e) l’accesso dei partecipanti ai mercati finanziari rientranti nell’ambito del presente regolamento e degli investitori a informazioni e dati affidabili, tempestivi e verificabili relativi a imprese private e ad altri soggetti giuridici, comprese le imprese che beneficiano degli investimenti rientranti o meno nell’ambito di applicazione del presente regolamento e, in entrambi i casi, per quanto riguarda sia il capitale proprio che il capitale di debito, tenendo conto dell’onere amministrativo associato, nonché le procedure di verifica dei dati necessari per determinare il grado di allineamento ai criteri di vaglio tecnico e per assicurare la conformità a tali procedure; f) l’applicazione degli articoli 21 e 22”.

REGOLAMENTO UE 2020 852 INVESTIMENTI SOSTENIBILI MODIFICA REG EU 2019 2088